Gran Loggia 2001 – Allocuzione del Gran Maestro Gustavo Raffi

Carissimi Fratelli delle Delegazioni Estere, del Grande Oriente d’Italia e dei Corpi Rituali,

mi preme, innanzitutto, rilevare le ottime relazioni fraterne che intercorrono tra il Grande Oriente d’Italia e le altre obbedienze massoniche regolari di tutto il mondo, com’è testimoniato dalla numerosa e qualificata presenza delle delegazioni estere.

L’azione da Noi svolta per ripristinare i rapporti fraterni interrotti, anche a cagione di un’annosa inchiesta giudiziaria conclusasi con l’esclusione di qualsivoglia illiceità da parte dei membri della nostra Istituzione, ha ottenuto e continua ad ottenere grandi risultati.

In quest’ottica, ci siamo anche adoperati per permettere a quei fratelli che in questi anni in buona fede hanno perso la via di rientrare nella casa del padre e così riprendere serenamente il loro percorso massonico.

Anche i rapporti con la Gran Loggia Unita d’Inghilterra si sono, di fatto, ristabiliti in un clima di reciproca e sincera fratellanza anche con la comune partecipazione a lavori rituali in occasione di consessi massonici internazionali.

Ci adopereremo, pertanto, per ristabilire. anche sul piano del diritto, le fraterne relazioni con la Gran Loggia Unita d’Inghilterra convinti, come siamo, che, di là delle sofferte incomprensioni, essa rappresenti per tutti i massoni regolari del mondo un punto di riferimento saldo per il ruolo storico che ha svolto e per il suo attuale impegno massonico.

Nell’anno che è trascorso abbiamo dedicato molta attenzione al mondo profano e ne abbiamo dibattuto le grandi problematiche sociali, culturali ed esistenziali in convegni d’alto livello scientifico che hanno riscosso grande interesse e considerazione da parte dell’opinione pubblica e dei massmedia; abbiamo cioè espresso la nostra opinione e i valori massonici sulle grandi tematiche che coinvolgono l’intera umanità.

Ci siamo proiettati, quindi, molto verso l’esterno e questo impegno non solo è giusto, ma ha anche conseguito il risultato di capovolgere in chiave positiva la considerazione dei massoni da parte del mondo profano.

Tuttavia, questa nostra opera non ci può portare a dimenticare la natura ultima della nostra Istituzione che è quella di essere una comunità iniziatica. In effetti, la nostra presenza nel mondo deriva proprio dall’essere iniziati, dal lavorare esotericamente alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo e operare ritualmente nelle officine per il perfezionamento spirituale. Non possiamo contribuire al bene dell’umana famiglia se non eleviamo le nostre coscienze e la nostra spiritualità attraverso il lavoro esoterico, etico e culturale che connota i lavori muratori.

La Libera Muratoria non è solo un’associazione d’uomini liberi, bensì d’uomini che ricercano la conoscenza, che affinano il loro spirito, che si elevano al di sopra del mondo dei metalli. Il nostro è un lavoro continuo, se si vuol dire alchemico, di trasformazione di se stessi: è questo che ci caratterizza ed è anche il solo che consente di essere liberi e di buoni costumi, migliorare se stessi e in tal modo disporsi a fornire un contributo per il bene dell’umanità. Un’opera cui dobbiamo prestare grande attenzione, anche a costo di un sacrificio personale e un impegno per sforzarci di capire e di migliorare.

È giunto il tempo di rivolgere lo sguardo al nostro interno per rafforzare ed elevare la preparazione massonica di tutti i fratelli. Dobbiamo confrontarci in modo approfondito, critico e costruttivo, al di là di formule stereotipate, con la nostra tradizione iniziatico-esoterica ed impegnarci in modo che soddisfi il nostro mondo interiore e la nostra elevazione, ma sia anche fuoriera di un arricchimento che serva all’opera dedicata al bene dell’uomo in relazione allo spirito che muove il mondo nel quale viviamo.

Quella che chiamiamo la nostra tradizione esoterico-iniziatica, che è parallela e complementare ai nostri ideali di natura illuminista, si rifà a diverse prospettive esoteriche come l’ermetismo, la kabalà, il pitagorismo, il templarismo, i rosacroce, l’alchimia, ed altre ancora, che sono, per così dire, il fondamento esoterico che caratterizza la nostra Istituzione, la rende unica e fa sì che i Liberi Muratori possano considerarsi come iniziati, al di là di qualsiasi forma di autocertificazione.

Non abbiamo la presunzione di ritenere che i Liberi Muratori siano i soli eredi di queste tradizioni e neanche di pensare a una diretta derivazione storica da associazioni risalenti ad esse,ma è certo che tali tradizioni iniziatico-esoteriche sono il nostro punto di riferimento al quale dobbiamo guardare per dare senso alla nostra iniziazione, al nostro cammino spirituale e al nostro essere Liberi Muratori.

I Fratelli, perciò, devono dedicare la loro energia intellettuale allo studio dei simboli che veicolano il nostro bagaglio esoterico. La comprensione dei simboli esoterici e, in particolare, massonici permette, infatti, di capire la natura della Massoneria e il compito che deve perseguire ogni massone. I simboli del Tempio e dei nostri rituali sono diversamente interpretabili e solo un lavoro comune nelle Logge può far sì di comprenderli e renderli vivi ed attivi nel nostro spirito e non di considerarli come un mero retaggio del passato.

L’approccio alla simbologia massonica non può che essere partecipazione attiva e momento di ascesa a livelli di conoscenza superiore e non deve mai tradursi in un atteggiamento che la consideri come qualcosa di misterico, imperscrutabile e irraggiungibile. Ogni Fratello, pertanto, deve essere messo in grado nelle officine di avvicinarsi ai simboli e all’esoterismo senza mai pensare che solo qualcuno possa possedere una verità che non sia comprensibile e trasmissibile ad altri.

Nessuno dei Fratelli della Comunione, ed anche coloro che hanno dedicato maggiore attenzione all’esoterismo e alla simbologia, può sentirsi detentore di una verità che non sia accessibile e trasmissibile a tutti Fratelli. Le verità nascoste alle quali ci rivolgiamo devono così essere partecipate e rese attive nei lavori di loggia in modo che tutti i Fratelli, secondo il loro grado di comprensione e la loro disposizione, possano elevarsi in un processo conoscitivo fondato su una comunione di intenti.

Dobbiamo rivolgerci a queste culture esoteriche con sguardo attento e soprattutto con l’umiltà di essere sempre in uno stato di agnosi, di ignoranza, ma sempre pronti a muoverci verso la gnosi, la conoscenza, che fortifica il nostro spirito.

I Liberi Muratori non sono solo uomini liberi e di buoni costumi, ma soprattutto iniziati: questo è il cemento che li unisce nella fratellanza massonica universale, secondo le Regole degli Antichi Doveri; non solo operano al bene e al progresso dell’umanità con l’impegno ideale, culturale, sociale ed etico, ma sono anche uomini che coltivano le dottrine iniziatico-esoteriche come essenza del loro essere, con un lavoro mirato alla ricerca del vero declinando ogni atteggiamento di natura fideistica e dommatica.

Ogni progresso, quindi, non può essere ritenuto definitivo, ma sempre come un passo avanti che ne prepara altri. I Liberi Muratori non dovranno mai pensare di aver raggiunto la verità,ma solo di aver compreso qualcosa di più, certi che nel futuro nuovi ostacoli si frapporranno alla ricerca della conoscenza.

Il nostro atteggiamento sarà sempre quello del dubbio perché solo così la nostra mente sarà aperta e non si chiuderà mai in modo dogmatico. Dovremo, perciò, essere sempre in un rapporto dialettico con noi stessi e i fratelli, in modo fraterno ed armonioso, perché la nostra conoscenza e la nostra elevazione si possano conseguire solo con un continuo confronto costruttivo.

La nostra tradizione esoterica non è un testo sacro, ma la fonte a cui fare riferimento e abbeverarci per proseguire il nostro cammino e così storicizzare gli insegnamenti che ci sono stati tramandati.

L’esoterismo e il pensiero massonico non sono mai sorti dal nulla, ma sono stati il risultato dell’impegno di molti studiosi ed iniziati che nel corso dei secoli, dal passato sino ad oggi,non hanno pensato di fermarsi e ritenere definitive le conoscenze raggiunte e così si sono impegnati ad ampliare l’orizzonte esoterico-massonico.

Allo stesso modo deve operare ogni massone muovendo dalla conoscenza già acquisita, rendendola propria e attivandosi per farla progredire: questo è il senso del levigare la pietra grezza all’interno di una comunità di iniziati.

I grandi iniziati del passato sono quindi i nostri maestri interiori ai quali dobbiamo rivolgerci con spirito di ricerca.

Cari fratelli, dobbiamo anche chiarire, però, che la tradizione esoterica a cui facciamo riferimento non può considerarsi tale da esaurire l’esoterismo massonico.

Quest’ultimo, infatti, pur rifacendosi in modo diverso a queste tradizioni, possiede una sua peculiarità a cui dobbiamo prestare interesse. Non dobbiamo confondere l’esoterismo massonico con nessuna di queste tradizioni; in effetti, vi è una specificità dell’esoterismo massonico che si esplica nella sua simbologia, nei rituali e nelle diverse espressioni del pensiero e, in particolare, anche nelle diverse vie di ricerca che sono proprie dei Riti. Quest’ultimi devono essere delle scuole di ricerca che non sono certo indipendenti dalla cultura esoterica dell’Ordine, ma si impiantano su di essa e la sviluppano e la approfondiscono in diverse direzioni secondo la specificità di ogni Rito.

Ci dobbiamo allora porre una domanda fondamentale: qual è il fine dei nostri lavori esoterici? Non possiamo pensare che il lavoro esoterico sia fine a se stesso, cioè sia mirato solo al perfezionamento di ogni singolo massone; sebbene ciò sia vero ed auspicabile, la natura del nostro esoterismo, con il suo simbolismo e con le sue radici storiche, diversamente da ogni altro, risiede nel fatto che il nostro perfezionamento esoterico ha un duplice obiettivo: quello dell’elevazione individuale e, al contempo, quello del nostro impegno nel mondo.

Il perfezionamento non deve essere solo mirato al singolo massone e al suo mondo interiore, ma deve essere tale per cui la preparazione conseguita all’interno delle logge gli permetta di contribuire con la sua opera, individuale o collettiva, al bene dell’umanità.

V’è poi un altro aspetto rilevante su cui dobbiamo riflettere.

La via esoterica deve essere tutt’uno con il nostro atteggiamento morale non solo in riferimento al mondo ma, prima di tutto, verso la nostra Istituzione e tutti i Fratelli. La via della conoscenza e il perfezionamento interiore sono il fondamento per attuare un comportamento etico e virtuoso all’interno dell’Istituzione.

Non di rado nelle logge si focalizza troppo l’attenzione a rincorrere incarichi e onorificenze e a cagione di ciò possono nascere animosità e dispute tra i Fratelli. L’elezione delle cariche deve svolgersi nella più profonda armonia permettendo a tutti di esprimersi liberamente, e non secondo logiche di gruppo, al fine di scegliere i Fratelli più capaci e idonei.

Dobbiamo prestare molta attenzione alla moralità all’interno della Comunione e adoperarsi perché in essa regni l’armonia e il rispetto reciproco. A tal fine dobbiamo riflettere sul significato dei metalli. Quando siamo stati iniziati li abbiamo lasciati fuori dal Tempio per vederceli restituire solo perché necessari nel mondo profano e non certo per essere utilizzati nel Tempio. Come recitano le parole del Vangelo non possiamo servire allo stesso tempo Dio e Mammòna.

D’altra parte, come possiamo elevare il nostro spirito, prepararci per essere profondamente uomini liberi e di buoni costumi se introduciamo i metalli nel Tempio? Al momento dell’iniziazione siamo stati accettati perché uomini liberi e di buoni costumi, ma queste qualità non devono essere ritenute come assodate definitivamente; al contrario, devono essere rafforzate e testimoniate con i nostri comportamenti.

I metalli dobbiamo sempre lasciarli fuori dal Tempio a significare che il nostro sguardo e la nostra mente devono essere rivolti alla nostra ricerca interiore e al bene dell’Ordine.

I metalli, infatti, rappresentano ciò che divide e non unisce; al contrario la via esoterico-massonica è mirata all’unione e all’armonia: le sole che permettono il percorso di levigazione della pietra grezza che non si traduce in un mero esercizio intellettuale riferito alla conoscenza, ma anche in un affinamento morale che conduce a un rafforzamento della Catena d’Unione.

Via esoterica e via etica, quindi, non sono due vie separate: non vi può essere vero arricchimento iniziatico-esoterico se questo non porta a un perfezionamento morale.

L’esoterismo, infine, deve essere correlato con la nostra visione del mondo umano e sociale. I nostri valori riferiti all’uomo e alla società devono essere tutt’uno con le nostre visioni esoteriche per far sì che vi sia un’armonia tra il nostro mondo interiore e la nostra presenza nel sociale.

Seguendo il principio ermetico di corrispondenza della Tavola Smeraldina, secondo cui ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, dobbiamo far sì che il nostro microcosmo interiore corrisponda al nostro modo di essere nel macrocosmo del corpo sociale.

Lavoriamo, allora, di più nelle Logge e con maggiore sforzo per approfondire la conoscenza del simbolismo massonico: prepariamoci culturalmente ad affrontare i grandi problemi dell’umanità e miglioriamo il nostro comportamento etico perché solo in tal modo potremo costruire sulla pietra e non sulla sabbia e così progredire nel nostro cammino e aggiungere un mattone in più alla costruzione del Tempio alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo.