Lo gnosticismo è un movimento filosofico-religioso, molto articolato, la cui massima diffusione si ebbe nel II e III secolo dell’era cristiana. Il termine gnosticismo deriva dalla parola greca ghnósis (???s??), «conoscenza». Una definizione piuttosto parziale del movimento basata sull’etimologia della parola può essere: “dottrina della salvezza tramite la conoscenza”. Mentre il giudaismo sostiene che l’anima raggiunge la salvezza attraverso l’osservanza delle 613 mitzvòt e il cristianesimo sostiene che l’anima raggiunge la salvezza attraverso la fede, le opere e la Grazia, per lo gnosticismo la salvezza dell’anima può derivare soltanto dal possesso di una conoscenza quasi intuitiva dei misteri dell’universo e dal possesso di formule magiche indicative di quella conoscenza. Gli gnostici erano “persone che sapevano”, e la loro conoscenza li costituiva in una classe di esseri superiori, il cui status presente e futuro era sostanzialmente diverso da quello di coloro che, per qualsiasi ragione, non sapevano.

Una definizione più completa di gnosticismo potrebbe essere: “nome collettivo indicante un gran numero di sette panteistico – idealistiche fortemente diverse tra loro che sorsero da poco prima dell’Era cristiana al V secolo e che, prendendo in prestito la fraseologia ed alcuni dei dogmi delle principali religioni contemporanee, specialmente del cristianesimo, sostenevano che la materia fosse un deterioramento dello spirito e l’intero universo una depravazione della Divinità, ed insegnavano che il fine ultimo di ogni essere era il superamento della bassezza della materia ed il ritorno allo spirito Genitore, tale ritorno, sostenevano, era stato facilitato dall’apparizione di alcuni Salvatori inviati da Dio.”

Per quanto insoddisfacente possa sembrare questa definizione, l’oscurità, la molteplicità, e la confusione dei sistemi gnostici permette difficilmente di formularne un’altra.

Tratto comune per molte correnti gnostiche è la distinzione che essi operavano tra il vero Dio inconoscibile e il Dio ebraico Yahweh (anche noto come Yaldabaoth, Samael, e Demiurgo), fondamentalmente dipinto come malvagio, cosicchè disprezzavano le sue leggi e l’universo materiale da lui creato per imprigionare le anime degli uomini.

Culto e etica.
Ogni setta predicava una propria variante del credo gnostico e quindi praticava un proprio culto. Alcune sette respingevano completamente i sacramenti, mentre altre accettavano quali strumenti di conoscenza solo il battesimo e l’Eucaristia, affiancandoli ad altri riti che, per mezzo di inni e formule magiche, dovevano propiziare l’ascesa al regno spirituale del principio divino imprigionato nel corpo materiale.

Da un punto di vista etico, lo gnosticismo oscillava fra il rigore ed il lassismo: se, infatti, la valutazione negativa della materia e del corpo spingeva alcuni gruppi ad astenersi anche dal matrimonio e dalla procreazione, fino ad arrivare all’ascetismo più rigoroso (Saturnino), la convinzione che l’anima fosse assolutamente estranea al mondo materiale portava altre correnti a giudicare in termini relativistici ogni atto connesso con il corpo (Basilide, Carpocrate, Barbelognostici, Fibioniti, Cainiti).

Visione gnostica della creazione.
Gran parte delle sette gnostiche teorizzavano che il mondo fosse stato creato non da Dio, ma da eoni che, nel loro complesso formavano il Pleroma.

Gli eoni, in molti sistemi gnostici, rappresentano le varie emanazioni del Dio primo, noto anche come l’Uno, la Monade, Aion Teleos (l’Eone Perfetto), Bythos (greco per Profondità), Proarkhe (greco per Prima dell’Inizio), Arkhe (greco per Inizio). Questo primo essere è anch’esso un eone e contiene in se un altro essere noto come Ennoia (greco per Pensiero), o Charis (greco per Grazia), o Sige (greco per Silenzio). L’essere perfetto, in seguito, concepisce il secondo ed il terzo eone: il maschio Caen (greco per Potere) e la femmina Akhana (Verità, Amore).

Quando un eone chiamato Sophia emanò senza il suo eone partner, il risultato fu il Demiurgo, o mezzo-creatore (nei testi gnostici a volte chiamato Yalda Baoth, o Rex Mundi per i Catari), una creatura che non sarebbe mai dovuta esistere. Questa creatura non apparteneva al pleroma, e l’Uno emanò due eoni, Cristo e lo Spirito Santo, per salvare l’umanità dal Demiurgo. Cristo prese poi la forma della creatura umana Gesù in modo da poter insegnare all’umanità la via per raggiungere la gnosi: il ritorno al pleroma.

Anche il Vangelo di Giuda, recentemente scoperto, tradotto e poi acquistato dalla National Geographic Society menziona gli eoni e parla degli insegnamenti di Gesù al loro riguardo. In un passo di tale Vangelo, Gesù deride i discepoli che pregano l’entità che loro credono essere il vero Dio, ma che è in realtà il malvagio Demiurgo.

Gli gnostici ofiti, o naaseni veneravano il serpente, perchè, come narrato nella Genesi (3,1), era stato mandato da Sophia per indurre gli uomini a nutrirsi del frutto proibito della conoscenza per acquisire una consapevolezza almeno pari a quella del loro creatore.